La Juventus provinciale, in mancanza dell’Europa…

Non resta che il campionato quest’anno, dopo lo spreco col Bayer Monaco, quando sembrava fatta proprio prima che svanisse, prima della fine del sogno e del risveglio nel solito catafalco serie A.
Lo sforzo che il calcio italiano produce abitualmente per avvicinare i paperoni che comandano, ha proprio nella juventus la punta di diamante, ahinoi, troppo spuntata al momento della prova. A voglia a considerarsi vicini, finchè si inseguirà un sogno che è fatto al massimo solo di finali, dove naufraga da oltre 20 anni ogni speranza di Coppa.
Ieri ho rivisto la forzuta, fortunata compagine di lavoratori del pallone, pallonari da prime pagine sportive italiane, che lasciavano l’iniziativa ad una squadra tattica e di figurine, comandata da chi guadagna 1/5 di quanto incassa, ancora per poco, il Max-Allegri, visto l’imminente ricontrattualizzazione. Confronto dignitoso e senza acuti, senza neppure la solita prevalenza territoriale e di possesso, secondo la logica del Max utilitarismo con minimo sforzo, almeno in Italia appagante. Ma gli scudetti sanno di media e, nella media, noi ci crogioliamo bene, non importa l’annata! Con questi competitors, in fondo, basta mantenere la media, puntare al risultato finale aggirando l’ostacolo di turno, che è poi posto ad un’altezza risibile per chi vorrebbe confrontarsi con le spagnole, le tedesche, le inglesi. Pazienza quindi se il contesto è poco allenante e stimolante, se, a 7 – 8 giornate dalla fine del campionato, rimane ancora solo il Napoli sarriano-delaurentino a destare qualche preoccupazione (e magari basterà a segnare quello in corso, a differenza dei 4 ultimi precedenti, quale campionato almeno giocato).
Realisticamente circoscritta la situazione, ora è il caso di parlare almeno dello spirito con cui la juventus si confronta con le avversarie di turno, almeno per poter trovare dei motivi di attualità positiva. Perché, in fondo, la mentalità da provinciale con cui si affrontano le altre italiane, anche da parte dei giovani e ruspanti, sempre in predicato di lasciare la nostra arena per confrontarsi, almeno loro, su altre piazze e con obiettivi più sfidanti, è da apprezzare e citare ad esempio. Del resto, una squadra che ha onorato anche il campionato cadetto, che è rinata dalle ceneri di un giochino para-mediatico quale Calciopoli (che tanto danno ha procurato alla serie A, spodestandola dal precedente primato europeo…), una Società Sportiva molto ben organizzata ed amministrata, con dalla sua uno Stadio moderno di esclusiva proprietà, la Juventus non poteva certo rinunciare al primato italiano, riconquistato per la semplice ragione di volerlo, per causa di quella mentalità vincente che gli altri le invidiano fino ad odiarla. Odio ben diffuso ed esteso a chi semplicemente tifa juve, senza neppure badare che la sua ossatura è da sempre quella della nostra molto amata Nazionale, che negli anni ha cercato di riprodurne gioco, fantasia, mentalità indipendentemente dal modulo e dal selezionatore. E vengo a concludere proprio su quest’ultimo tema, in prossimità del confronto europeo fra nazionali del prossimo giugno. Dipendere da una squadra e da una mentalità che trova la sua matrice in casa Juventus è insieme limite e confino del nostro provincialismo pallonaro, dove ci relega la superba sensazione di primegiare nel confronto breve e diretto, senza mai badare alla programmazione ed al futuro: tanto, la qualità italiana è pur sempre una garanzia! Solo che ormai siamo pure zeppi di non italiani, che ne vestono la tattica senza acquisirne l’animo, procurando l’ulteriore limite di carenza di italici per difendere il tricolore: e ciò, colpa di chi?

La Juventus provinciale, in mancanza dell’Europa…ultima modifica: 2016-04-03T10:11:32+02:00da pachireggio
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