Decisamente sfigate, le italiane in Europa, soprattutto in quella che conta e fa la differenza in termini di introiti.

Dopo la figuraccia della Roma, in casa, anche la Juventus ha fatto un flop incredibile, soprattutto perché l’Olimpiacos non vale la metà del Bayern.

Calcio troppo lento e prevedibile, mancanza di coraggio e personalità, eccessiva imprecisione e forma fisica da rivedere.

E mentre in Italia è sfida a due, con un campionato decisamente sotto tono e assai poco sfidante/allenante, il confronto con le terze e quarte fasce della Chempion ligue non ci lascia scampo: al massimo è stentato pareggio, con tanti rischi e cattive figure.

Non basta a giustificazione la scarsità di finanze, perchè altri più poveri, grazie all’impegno ed al vivaio, riescono dove noi neanche si ritiene di poter arrivare.

Chi sa se la lezione è stata recepita; se dal prossimo turno, si cercherà almeno di dare il massimo da subito e per tutta la partita; oppure se si continuerà a far calcoli e parole, ma ad agire poco.

Proprio come la politica e la sua ricca casta si è ridotta la tribù del calcio, fatta da divi e  velini, troppo ricchi ed appagati per rischiare e trovare spunti e motivazioni al confronto ed a primegiare.

E’ l’italietta che si autocelebra; siamo i poveracci che pagano il canone a Sky e Mediaset per vedere le esibizioni degli artisti da carrozzone vestiti firmati, ma fermati al primo scontro, come chi li allena e giustifica per poter giustificare se stessi.

Ed alla fine, colpa è del Rocchi di turno….