Campioni del calcio made in Italy

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La solita solfa, si pensava. Ed invece, ieri sera, Roma – Juve è stata l’ennesima dimostrazione della imprevidibilità del calcio e della valenza dei campioni veri, magari ancora legati alla maglia. Totti è la Roma, come la Roma è Totti da tanti anni e non ricordo quanti. Decisivo, dedicato, serio, legato; altri campioni come lui non hanno avuto difficoltà a lasciare il loro club, anche se per lui la FC Roma rappresenta molto di più, perchè è anche la sua casa, la sua città, la sua famiglia unita.

Quando ne ha avuto l’opportunità non ha tradito i colori. Quando lo si è criticato (soprattutto quando, dopo un grave infortunio tardava a riprendersi) ha tenuto duro ed ha poi dato risposte sul campo.

Certo, ieri sera ha avuto un momento inconsulto, quando ha violentemente colpito il Pirlo nazionale, di cui è pure amico, ma che in quel momento rappresentava il nemico, quello che gli aveva soffiato qualche pallone e lo aveva fatto irretire. Ha rischiato, facendogli male, di fare molto male alla sua immagine. Ma poi, come al solito, ha risposto sul campo, pur risultando meno lucido del solito, sferrando il siluro che ha trafitto l’incolpevole Buffon (altro suo grande e stimato amico) consegnando l’insperata vittoria alla rinata Roma.

Non mi voglio però soffermare sugli aspetti agonistici e su quelli pallonari. Invece voglio sostenere che campioni della levatura di Totti, Del Piero, Buffon, Maldini, ecc, ecc, forse non risultano più replicabili in un campionato come quello attuale.

Meno soldi, per cominciare; ma non basta perché comunque di soldi, almeno in serie A ne girano tanti. Il vero problema è che Totti è stato in campo da adolescente; la Roma calcio ha puntato su di lui e su altri giovani del proprio vivaio; lo ha fatto giocare e l’ha pure coperto e protetto; non gli ha messo davanti l’interesse dello sponsor, la facile conservazione degli equilibri acquisiti. Ed i tifosi l’hanno accolto, stimato, esaltato, considerato indissolubilmente legato alla loro squadra, lasciandogli poco spazio per sentire le sirene che tentavano di ammaliarlo, di farlo approdare ad altri lidi con la facile attrattiva del denaro (tantissimo denaro) e dei progetti ambiziosi più facilmente realizzabili da chi ha i mezzi per permanere ai vertici del calcio europeo.

Lui è rimasto al suo posto, nel bene e nel male, autoalimentando l’interesse a rimanere nonostante troppe delusioni.

Ecco, quel clima che ha forgiato campioni come Totti (o gli altri che ho citato sopra e tanti altri ancora) sembra un ricordo lontano nell’epoca del consumismo e del tutto e subito. Nessuno vuole stare ad aspettare neanche un poco; tutti a voler sfruttare il momento (e si finisce per bruciare le opportunità!); tutti a farsi guidare e consigliare da procuratori che guadagnano massimamente in base ai passaggi di casacca e che quindi orientano il giovane più da manager che da padri.

In questo contesto, al momento, solo qualche pazzo potrà scegliere diversamente da quanto ha fatto Verratti e tanti altri faranno come lui.

Ed il calcio made in Italy sarà sempre meno denso di campioni veri e sempre più in balia di eventi poco replicabili e prevedibili, con protagonisti che repentinamente nascono ed ancora più celermente si dissolvono, senza che ne rimanga traccia tangibile in poco tempo.

Perché, quando non governa la passione, lo sport resta mera disciplina.

Campioni del calcio made in Italyultima modifica: 2013-02-17T13:10:40+01:00da pachireggio
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