Champions addio a lungo

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Forse fra le prime 8 il calcio di casa nostra una squadra l’avrebbe pure portata, visto che la Juventus ha avuto l’opportunità di giocarsi addirittura il passaggio alle semifinali in un doppio confronto col Bayern, squadra molto più forte ed esperta, che ha prevalso con merito e con una certa facilità sulla prima di casa nostra.

Ed appunto per questo, detto posizionamento dovrebbe risultare adeguato per ritenersi in qualche modo appagati, visto le difficoltà finanziarie italiane e lo strapotere di quelle che erano rimaste in lizza ed, a maggior ragione, quelle approdate alla fase successiva.

Ma il tifoso non fa calcoli finanziari e si affida all’emozione, al sentimento  che gli impone di tifare nonostante tutto sperando di continuare a vincere, anche se poi, purtroppo la realtà è meno esaltante ed il risultato ricalca appunto i valori soprattutto.

Tuttavia, nonostante i risultati patiti sul campo ed il conseguente ridimensionamento a livello FIFA (per altro similare a quello della nostra Nazionale), per il calcio made in Italy non tutto è a tinte fosche, anzi, a ben vedere, è di tutta evidenza che la base di partenza è comunque valida, gli sprechi sono decisamente contenuti, le prospettive di ripresa sono plausibili ed appannaggio di innesti di atleti giovani e possibilmente italiani. 

Il Milan, che ha tanto rinnovato ed alla fine ha comunque investito per consentire il ritorno di Balotelli, è un club tecnicamente valido, che gioca un buon calcio misurato ed a tratti spettacolare, con tanto attacco e gioventù messa in campo.

La Juventus è sicuramente ancora più avanti ed ha bisogno di proseguire con l’acquisizione di altri giovani talenti da inserire in un’organizzazione efficiente e ben affiatata.

Ed anche la Lazio, il Napoli, la Fiorentina, la Roma, per non citare Catania, Udinese, Inter ed altri club che hanno promosso, sia pure in modo meno continuativo, lo spettacolo e ben sponsorizzato il nostro torneo nazionale, tutte sono squadre ben organizzate e guidate da tecnici di assoluto valore, che hanno lanciato tanti giovani, prelevandoli anche dalle giovanili o dal campionato cadetto. E questi giovani atleti costituiscono certamente un serbatoio importante e valido a mantenere i colori azzurri delle nostre Nazionali comunque ai vertici del calcio che conta.

Dov’é quindi il problema, se complessivamente ci sono questi aspetti positivi?

Purtroppo il problema è l’eccessiva dipendenza dei bilanci delle nostre squadre dai diritti televisivi. Ciò ha già segnato la contrazione dei ricavi e lo determinerà sempre di più, costringendo alla riduzione delle spese e, conseguentemente, a proseguire la discesa di rango a livello internazionale dei nostri club.

Sarebbe importante, invece, che, con l’ausilio del credito sportivo, si riuscisse a promuovere investimenti strutturali, in modo di migliorare gli stadi, facendoli acquisire al patrimonio dei club e portandone gli introiti ad accrescimento del fatturato. Analogamente a quanto occorso alla Juventus, anche gli altri club dovrebbero industriarsi per realizzare lo stadio di propietà, in modo di rilanciare lo spettacolo dal vivo, consentendone l’usufruizione anche alle famiglie, alle donne, ai ragazzi.

E se sembrano cose ovvie, sorprende che non risultino tali ai presidenti ed alle autorità sportive, che continuano ad acconsentire lo spreco di denari per l’acquisto di calciatori troppo pagati, piuttosto che obbligare le squadre ad effettuare investimenti strutturali.

E’ il tempo giusto per fare questa scelta, perché comunque i prossimi sarebbero comunque anni sprecati dal punto di vista delle possibilità di poter riagguantare un trofeo internazionale da parte di una squadra italiana.

Diamo allora per scontato il rinvio dei trionfi e sfruttiamo i prossimi 5 o 7 anni per rimodulare le spese orientandole al miglioramento delle strutture. Il sacrificio sarebbe più accettabile se le prospettive  di migliorare la logistica pallonara diventassero realizzabili. E, nel frattempo, non è detto che qualche sorpresa non possa pure accadere, magari in modo meno atteso e quindi più piacevole, grazie alla crescita dell’impegno ed all’apporto dei giovani, sia calciatori che tecnici.

Champions addio a lungoultima modifica: 2013-04-12T20:41:31+02:00da pachireggio
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