Quanto CONT(a)la motivazione

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Il 16 marzo, al Dallara, quando oramai erano state annullate le speranze del Bologna ed una cinica e forte Juventus stava per ultimare la sua missione, quando sembrava proprio che si potesse finire fra le strette di mano ed i saluti di rito, ecco l’imprevisto che accade e lascia  spazio a qualche riflessione.

Il tecnico sanguigno e tifoso compromesso della squadra bianconera si veste da ultras e come un qualsiasi hooligan lancia l’ennesima sfida  allo stadio stracolmo e campione d’incassi, incurante del ruolo tecnico che gli imporrebbe un atteggiamento ben più diplomatico. Ed eccolo ad incitare le tifoserie: “Andiamo! Andiamo! Andiamoooo!!!!”.

L’urlo liberatorio e trascinante viene esaltato dalle telecamere che fissano la scena, la registrano, la trasmettono e poco importa il dopo.

E’ vero, qualcuno non ha capito. Il tecnico del Bologna, ex compagno di Conte ed ancora più di Alessio, non ha gradito e si è pure risentito, reputando quanto occorso una caduta di stile e soprattutto una mancanza di rispetto verso gli sconfitti, quasi a voler rimproverare a chi vince lealmente in campo di potersi esaltare intravvedendo un traguardo importante e di stagione sempre più vicino.

Ma non voglio valutare quell’aspetto, che lascio alla considerazione e conseguente giudizio del singolo, che potrà o meno essere pro o contro Stefano Pioli. Qui voglio solo esaltare le qualità di motivatore di Antonio Conte, che si aggiungono alla carica agonistica ed alle competenze tecniche e tattico-innovative.

La Juventus è la più forte in Italia e ciò mi pare evidente, risaputo, accettato a forza, per cui il suo campionato era in discesa fin dall’inizio, dopo che le paure erano state scacciate via dalle recenti memorie di umiliazione e sottomissione, nel corso di una passata trionfale stagione che l’aveva consegnata alla riconquista dello scudetto da imbattuta.

Invece in Europa era un’altra musica. Aspettative ce ne erano, ma fugaci e solo di chi voleva ignorare i dati statistici che ci avevano relegato ormai a terza o quarta potenza calcistica europea.

Ed ecco quindi l’ennesimo capolavoro, partendo dal vago e costruendo una progressiva consolidanda reputazione nell’olimpo del calcio europeo, da dove calciopoli aveva voluto esiliare la compagine bianconera, non riflettendo adeguatamente che con essa si mandava fuori dalla scena tutto il calcio italiano.

Oggi e di nuovo nessuno può pensare di non dover lottare per passare il turno se il suo avversario è la Juventus, come già per tanto tempo solo qualche anno addietro.

E non lo pensa certamente il Bayern Monaco, pur partendo con qualche margine di favore e visto i risultati bianconeri anche in C.L. nel corso delle fasi precedenti del torneo.

Ma, e qui sta la bravura del tecnico, bisognava incutere ancora maggior rispetto agli avversari e verso la Juve; bisognava rinsaldare pure il convincimento nei tifosi che la squadra bianconera è forte e competitiva; bisognava contornare di tifo caloroso e spavaldo i guerrieri chiamati alla sfida all’Allianz Arena e poi a Torino, perchè ognuna delle tappe a seguire, ogni incontro dovrà essere battaglia agonistica e furore sportivo insieme e finché dura.

La carica che Antonio Conte è riuscito a trasmettere ai tifosi bianconeri con la spavalda rappresentazione di sabato 16 marzo vale bene qualche critica da parte di quanti non riusciranno mai a comprendere come gli stessi sconfitti (o quasi) a mani di altri allenatori si siano tramutati in invincibili campioni nel giro di qualche seduta di allenamento, confermandosi quindi ai vertici stabilmente ormai da quasi 2 stagioni.

Ecco, per me è l’ennesimo capolavoro del Conte motivatore-tecnico-tifoso. E basta stargli appresso per continuare a respirare area di imprese non solo Juventine, ma del calcio italiano.

Quanto CONT(a)la motivazioneultima modifica: 2013-03-17T12:05:38+01:00da pachireggio
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