POCHI VANTAGGI, MOLTI RISCHI

E’ opportuno soffermarsi un attimo a valutare dove siamo arrivati con lo sport e con l’ansia di primeggiare, dove si può approdare da una ingenua pratica sportiva, anche in età giovanissima. E’ un problema di grande attualità, che recenti avvenimenti hanno riportato alla ribalta e che non può assolutamente mancare di opportuna attenta riflessione da parte di ogni praticante o semplice sportivo. Gli atleti, sia professionisti che dilettanti, possono venire a contatto con sostanze dopanti, cioè capaci di aumentare le capacità di ognuno, consentendo il raggiungimento di risultati strabilianti. Ecco una breve casistica dei principali preparati, divenuti ormai di grande diffusione, vitamine e integratori alimentari, aminoacidi in quantità esorbitanti, ma anche altre sostanze che si possono acquistare in farmacia senza bisogno di ricetta, come la carnitina o il creatinfosfato: da sportivi dilettanti, e dalla gente comune, queste sostanze vengono assunte spesso come anabolizzanti, per rendere meglio in campo o in pista, oppure per darsi una “sferzata di energia” dopo un periodo di stress o di fatica. Nulla di più inutile, sostiene Silvio Garattini, farmacologo, direttore del Mario Negri di Milano: «Non c’è alcuna evidenza scientifica che facciano alcunché su questo fronte. Sicché il loro effetto è puramente un effetto placebo». Anche se, non v’è dubbio, una loro utilità terapeutica, al di là delle intenzioni citate, almeno la carnitina e il creatinfosfato ce l’hanno: nelle miopatie o in alcune forme di miocardiopatie, per esempio. Ma chi vuole in qualche modo potenziare le proprie performance assume anche grandi quantità di caffeina. I ciclisti ne facevano uso, molto tempo fa. Oggi, oltre a chi deve preparare esami in poco tempo, pure alcuni giovani dilettanti assumono caffeina in quantità come stimolante. Oppure, ma è un gradino più su anche in termini di pericolosità, assumono anfetamina, perché toglie il senso della fatica. «Ma in un soggetto che deve affrontare un eccesso di sforzo fisico», spiega Garattini, «togliere il senso della fatica vuol dire portarlo verso livelli di sforzo che possono danneggiare cuore e cervello. E di fatto qualche volta li danneggiano». «Ci sono stati morti per anfetamina anche fra gli sportivi», prosegue Garattini, «in particolare ce ne è stato uno in passato morto per ipertiressia, cioè un aumento eccessivo della temperatura corporea. Una delle proprietà delle anfetamine è infatti pure quella di inibire il sistema di regolazione della temperatura che, come si sa, quando supera i quaranta gradi è sempre molto pericolosa». Ma delle anfetamine e dei loro derivati occorre anche dire che dopo l’effetto stimolante provocano un effetto depressivo, sicché la loro assunzione, se i tempi vengono mal calcolati, può creare persino più svantaggi che vantaggi. Poi ci sono gli anabolizzanti, che hanno davvero un significato importante dal punto di vista farmacologico. Aumentano infatti la sintesi delle proteine e quindi provocano un incremento significativo della massa muscolare. Gli anabolizzanti sono usati dai superpalestrati, ma anche da qualche sportivo. Insieme con alcuni ormoni, strettamente imparentati con gli anabolizzanti: il testosterone, per esempio, che se assunto impropriamente può danneggiare il sistema ormonale creando impotenza negli uomini e danni epatici e renali in entrambi i sessi. Ancora un gradino più su, ed eccoci al tristemente famoso Epo, la eritropoietina. Che ha in pratica l’effetto di una trasfusione o di una infusione di sangue. Perché aumenta i globuli rossi e quindi il trasporto di ossigeno nei muscoli, la cui potenza a sua volta ne viene incrementata. «I pericoli di questa sostanza sono molteplici», dice l’esperto. «Anche perché un aumento della densità del sangue, soprattutto durante uno sforzo muscolare, unito a una forte perdita di liquidi può provocare una trombosi. E il pericolo di trombosi è direttamente proporzionale all’intensità dell’attività e alla perdita di liquidi». Infine, l’ormone della crescita: persino questo viene assunto per aumentare la massa muscolare. «La somatotropina: aiuta la crescita dei muscoli, ma con gravi effetti collaterali perché modifica le formazioni ossee. Se un soggetto è in crescita, come i giovani sportivi, l’effetto è disastroso perché all’aumento delle formazioni ossee corrisponde anche un aumento della loro fragilità. Senza contare che provoca importanti alterazioni metaboliche». Sono queste le sostanze assunte in genere negli sport di grande impatto, ma ci sono altre sostanze che possono aggiungersi alla lunga lista di farmaci cosiddetti dopanti. Comprese quelle che si assumono per controllare l’ansia da prestazione, o per aumentare la concentrazione: in sport come il tiro con la pistola o il tiro con l’arco, per esempio. «Sono i betabloccanti, che diminuiscono il battito cardiaco, o le benzodiazepine, che sono degli ansiolitici. Gli uni si usano nella terapia delle cardiopatie, anche per controllare la pressione arteriosa, e le altre per ridurre l’ansia. Ma chi li usa impropriamente rischia, oltre a gravi danni all’organismo, pure l’assuefazione».

POCHI VANTAGGI, MOLTI RISCHIultima modifica: 2004-03-02T23:50:41+01:00da pachireggio
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