All’ultima curva
Non è stato il miglior campionato ma neanche il peggiore. Le alterne vicende, caratterizzate da errori, anche grossolani, di piloti e scuderie, che lo hanno caratterizzato nel suo svolgimento, hanno determinato l’ incerto esito che in Brasile troverà definitivo aggiustamento.
La previsione, a questo punto e nonostante i vantaggi della vigilia (Hamilton +7 su Massa; Ferrari avanti su MacLaren) sono ben difficili, perché l’ epilogo è massimamente condizionato dalla ricorrenza fin qui riscontrata di errori o interferenze varie (soprattutto incidenti o pioggia con conseguente pause controllate che azzerano precedenti vantaggi).
Ed anche il futuro di questo sport ad altissima tecnologia impiegata, appare estremamente incerto, a fronte dello spauracchio motore unico ed al conseguente minacciato ritiro della stessa Ferrari, vero simbolo della Formula1.
Tuttavia, rimanendo all’ attuale e verificato l’ennesimo exploit di Massa (ma con quale carico abbia girato non lo si può dare per scontato) e la correlata difficoltà di un Hamilton sbruffone ma freddo solo fino ad un certo punto (perché, anche l’ anno scorso, al momento decisivo ha fatto flop) la lotta per il primato appare meno scontata di quanto rappresentato dai numeri.
In più abbiamo un Alonzo molto competitivo, dopo aver fatto il miracolo di resuscitare una Renault prima sotto la sufficenza, che potrebbe lottare per sottolineare un suo primato personale sul pilota di colore che ne ha condizionato i trionfi, confinandolo in una dimensione inferiore.
Ed i colori italiani, sono comunque sempre protagonisti anche nelle affermazioni di Trulli e di Vettell, grazie ai quali o il pilota o l’automobile parlano italiano.
Insomma, c’ è da sedersi di fronte alla TV e rimanere a guardare, in attesa di un epilogo all’ ultimo giro.
Ma, comunque vada, forza Ferrari!
Sabato Calcio
Ed il primo di novembre si è potuto assistere all’ennesima dimostrazione di grandezza da parte di un ragazzo normale, grande lavoratore e serio professionista, che con l’ impegno assiduo, l’ attaccamento alla maglia, la ricerca del perfezionamento coniugato ad una disciplina ferrea, ha segnato per l’ ennesima volta una partita di calcio, relegando in secondo piano il risultato e tanto altro.
Del Piero Alessandro è la migliore rappresentazione della sportività e per questo merita il plauso da parte di tutti i calciofoli ed amanti di sport in genere, meglio ancora se sportivi praticanti. Le sue gesta, che si ripetono con regolarità sconcertante soprattutto quando le previsioni volgono al peggio, non possono rimanere relegate alla partita ed all’ avvenimento. Discutere della grandezza del calciatore è a questo punto un affronto all’ intelligenza ed al rispetto, perché Del Piero è la Juve ma è anche il calcio di oggi ed il calcio italiano serio e professionistico.
E’, del Piero, il migliore spot ed il migliore esempio per quanti si accingono a dare i primi calci, ma anche per chi pratica questo sport anche solo a livello amatoriale. Ed è lo spot cui far riferimento per cercare di civilizzare le manifestazioni sportive, ahimè spesso segnate da iniziative di scalmanati senza materia grigia o con teste non funzionanti.
Lo studi pure il Signor Mourigno, per tentare di far atterrare una squadra troppo piena di se e che mai avrebbe avuto bisogno di una scuola di arroganza come quella che la sta avviando al definitivo collocamento fra le squadre suscitante minor ammirazione, visto lo strapotere finanziario che ne caratterizza i risultati a fronte di grossolani errori di scelte. La vittoria all’ ultimo minuto su una Reggina molto propositiva ma sconcertante dal punto di vista della qualità messa in campo, non va assolutamente letta secondo l’ interpretazione del suo allenatore, perchè uno squadrone come l’ Inter non ha meriti di fronte ai regali di una squadra mediocre e la vittoria consegue appunto ai regali di Campagnolo e compagni, in grado, per l’ ennesima volta, di spalancare la porta più volte ad avversari poco meritevoli.